lunedì 8 aprile 2013

Il ventennio Geraci

Ma dai! Ma davvero Geraci si candida per la quinta volta a sindaco di Corigliano? Avete capito benissimo, quinta volta (1993, 1997, 2006, 2009, 2013). Senza contare quelle prima della legge 81 del '93 in cui, svariatissime altre volte, si era candidato comunque al consiglio comunale e dunque potenzialmente anche a sindaco. Nel 2001, giá due volte sindaco, non poteva farlo più per legge, ma nel frattempo era stato eletto deputato della Repubblica. Ricordate? Deputato nel nostro collegio uninominale, con ben altri ruoli e poteri rispetto a quelli attuali, tutti invece nominati grazie a quella porcata di legge elettorale che anche l'On. Giuseppe Geraci ebbe l'onore di votare. Perché, se qualcuno se ne fosse magari scordato, lui fu parlamentare di un'intera legislatura con Berlusconi capo di governo. Certo non fu una esperienza esaltante e proficua per il territorio, che quasi si era scordato di avere un deputato direttamente eletto in parlamento. Ma anche questo i coriglianesi e gli elettori della sibaritide credo ricordino bene! Ora io non voglio ovviamente intromettermi nelle scelte legittime degli schieramenti politici, ma non possiamo però neanche tacere (non l'ho mai fatto neanche verso la sinistra) difronte alle responsabilità per le condizioni in cui è stata cacciata la nostra città. Perché conoscere le responsabilità del malgoverno a cui siamo giunti, anche attraverso un commissariamento pressoché ininterrotto dal 2006 e le cause della devastante esperienza dello scioglimento per mafia, è questione che interroga e riguarda ciascuno di noi. A tal riguardo poi le responsabilitá di Giuseppe Geraci sono sotto gli occhi di tutti e tutte in grande evidenza. La più grave a mio avviso quella che, dopo i fatti di Santa Tecla, lo vide perfettamente allineato alla linea di Scopelliti accorso immediatamente con Giovanni Dima a difesa della giunta Straface. Perché ciò non permise alla nostra cittá di salvarsi da quanto stava chiaramente accadendo e non evitò lo scioglimento del comune per mafia. Geraci fu l'uomo che più di ogni altro ebbe in quei giorni la possibilità e la forza di impedire una situazione tanto devastante. Come tutti possono ricordare Geraci invece non mosse un dito e in nessuna direzione per alleviare i danni o provare a dare aiuto alla democrazia morente nella nostra città . E badate che non fu solo il suo mancato sostegno all'iniziativa della raccolte delle firme che comunque ci avrebbero potuto risparmiare molti danni! Benché non erano mancati gli appelli verso personalità come lui a pensare al bene comune e a mettere in sicurezza la città ed il suo futuro, Geraci fu il più ignavo di tutti. Ricordo ancora un incontro, nella mia qualità di consigliere comunale, in cui avevo richiamato il suo amore per Corigliano e la sua alta e nobile responsabilità anche di ex sindaco di questa nostra città. Ma ricordo ancor di più la delusione e l'amarezza per la sua successiva indifferenza e per il pesante silenzio col quale ha assistito al disfacimento e al degrado amministrativo al quale ora, ci permettiamo di chiedere con quale credibilità, vorrebbe porre rimedio. E allora non sembri irriguardosa o scorretta da parte mia la domanda sull'utilità generale e sulla opportunità di questa sua candidatura, rispetto al bisogno della città di rimettersi liberamente sulla strada della ripresa e del rilancio civile, sociale e democratico. In questo ci sta tutta anche la questione della quinta candidatura di Geraci, con le ambiguità di questi giorni sulla presenza più o meno mascherata nelle sue file della zavorra colpevole del PdL cittadino! Perché, come è a tutti chiaro, fa emergere l'altro grande problema legato al rinnovamento della classe politica, al ricambio e alla partecipazione di nuove, fresche e preparate forze alla vita politica e amministrativa. Ma questo è tutto un altro e più generale capitolo cui però la presenza di Geraci candidato richiama con forza.

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